chiacchiere tra salato e cioccolato

pasta pasticciata

Pasta pasticciata Pasta pasticciata, il mio cavallo di battaglia quando il piccolo aiutante attraversa i suoi periodi di inappetenza.

Già perché, strano ma vero e a dispetto dell’intera sua famiglia che la parola inappetenza non ha nemmeno idea di cosa significhi, il piccolo aiutante talvolta non ha proprio voglia di mangiare. Non so se tra i mille impegni per lui prioritari (giocare, guardare la tele, suonare il piano) quello del pasto sia percepita come una inutile perdita di tempo (l’impressione sembrerebbe proprio quella, dal momento che schizza via a fare altro appena possibile) o semplicemente non abbia fame (sensazione a me sconosciuta) fatto sta che, quando bisogna iniziare ad implorarlo per mangiare, capisco che è l’ora di sfoderare questa arma segreta.

La pasta pasticciata è velocissima da preparare ed è sicuramente nutriente. Può avere una serie di varianti, perché potete sostituire il salame con il prosciutto, o la mozzarella con la provola o tutto ciò che la fantasia suggerisce.

E se vi piace la pasta pasticciata passata nel forno, dovete assolutamente provare la pasta al forno zucca e ricotta qui sul blog.

pasta pasticciata

Pasta pasticciata

La pasta pasticciata: ricetta semplice e gustosa che piacerà a grandi e piccini
Preparazione 15 min
Cottura 30 min
Portata primo piatto
Cucina Italiana
Porzioni 4 persone

Ingredienti
  

  • poco più della metà di una bottiglia di salsa
  • 1 spicchio di aglio
  • 300 g penne rigate o tortiglioni
  • 1 mozzarella
  • 3 fette di salame tagliate a striscioline
  • qualche oliva nera denocciolata
  • parmigiano grattugiato quanto basta
  • olio e sale

Istruzioni
 

  • Per cucinare la pasta pasticciata, iniziare con la preparazione del sugo. In una padella versare un giro di olio e far soffriggere lo spicchio di aglio. Quando sarà appena rosolato, toglierlo ed aggiungere la salsa. Salare e lasciare cuocere a fuoco basso per una decina di minuti.
  • Nel frattempo cuocere la pasta in abbondante acqua salata per il tempo indicato sulla confezione. Scolare.
  • In una teglia versare un filo di olio e metterci la pasta ed il sugo. Amalgamare bene. Aggiungere la mozzarella a pezzetti, il salame e le olive. Spolverizzare con abbondante parmigiano grattugiato.
  • Cuocere in forno caldo a 180° per una decina di minuti. La pasta pasticciata sarà pronta quando avrà formato una invitante crosticina.
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Pasta pasticciata

 

La pasta pasticciata è l’unico trucchetto certo che conosco di fronte alla disarmante complessità della preadolescenza. Santa pazienza che bisogna avere con un figlio di quasi 11 anni. È di un permaloso, ma di un permaloso, ma di un permaloso, che nemmeno Rossella O’hara ai tempi dei capricci a Tara prima che tutte le disgrazie la travolgessero nelle tre o quattro ore di “Via col vento”… Non puoi sbagliare a pronunciare una sillaba che partono le mille domande sul perché hai detto così quando lui invece si aspettava che dicessi cosa’. Ma cosa dico sbagliare una sillaba, non devi nemmeno avere la disgrazia di sbagliare il tono della voce, l’inflessione, l’espressione facciale, il respiro… Un errore può essere letale, può significare l’inizio di uno di quelli che tecnicamente chiamasi “picci” e che hanno una durata indefinita, che può portare allo sfinimento. E non sai nemmeno come affrontarli questi picci, che nei libroni che leggi è tutto un parlare e parlare ma poi concretamente nessuno ti dice cosa fare. Io le ho provate tutte, dalla tecnica della comprensione e del parliamone, a quella dell’ignoranza categorica del capriccio e a quella della mamma sclerotica urlante. Non ha funzionato nessuno dei tre metodi. O meglio, qualche volta sì ma a volte con una modalità di intervento a volte con un’altra. In definitiva, non è possibile trarne una legge scientifica di applicazione, ma posso sinceramente affermare che dovrei più che altro gridare al miracolo.

La verità è che vorrei sapere cosa passa in quella piccola testa, cosa si aspetta da me, da noi, come sistemare le mille insicurezze che ha che secondo me concorrono alla creazione del piccio. E il non esserne capace mi sconcerta e mi spaventa anche. L’ultimo round (ed era davvero un “piccione”; chiedere ai vicini per credere) risale a domenica. Ed è passato come è arrivato, all’improvviso. È venuto da me e mi ha abbracciata dicendomi semplicemente: “ho fame”. Gli ho piazzato davanti il piatto di pasta pasticciata e mentre mangiava, gustava e parlava, vestendo di nuovo i panni di bambino più dolce del mondo, pensavo: “Mi sa che abbiamo dimenticato di chiedere il libretto di istruzioni…”

 

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